Fratture ed esiti
Le fratture della colonna vertebrale si dividono in tre gruppi:
- le lesioni traumatiche (per caduta, incidente stradale, trauma diretto). Il trauma agisce su una struttura del tutto sana provocando una frattura ossea e/o una disgiunzione articolare (lussazione).
- le fratture patologiche. In questi casi il trauma può essere più modesto o anche assente perchè la vertebra è indebolita da una malattia locale (tumorale o infettiva o metabolica).
- le fratture da insufficienza. Il trauma anche in questi casi è modesto o assente e la frattura si genera a uno o anche a più livelli in quanto associato a una patologia sistemica (per lo più osteoporosi)
Le problematiche terapeutiche sono molto differenti nei tre casi:
- Nelle fratture traumatiche la priorità è trattare o prevenire il danno neurologico che può associarsi alla lesione traumatica a causa delle ripercussioni dello spoastamento di frammenti o della vertebra stessa a comprimere il midollo spinale, la cauda euina o le radici nervose. Naturalmente a questa fase decompressiva (laminectomia) deve far seguito la fase ricostruttiva (artrodesi) che sarà il solo memento chirurgico se la lesione non ha per nulla interessato le strutture nervose.
Le fratture traumatiche e soprattutto i traumi vertebromidollari si realizzano spesso in politraumetizzati e quindi il trattamento fa parte di un protocollo nell’ambito di un Trauma center, con tempistiche che vanno dall’emergenza (trattamento necessario nel giro di poche ore) all’urgenza, all’urgenza differita in rapporto alle caratteristiche della lesione e alle condizioni cliniche del paziente. - Gli esiti delle fratture traumatiche possono rappresentare una patologia che richiede un delicato e complesso trattamento chirurgico laddove il trattamento (o il mancato trattamento) non abbia portato ad una ricostituzione ottimale dell’allineamento rachideo (deformità in cifosi e/o scoliosi) o persista una compressione delle strutture neurologiche o addirittura la frattura non sia consolidata. In tutti questi casi il dolore e la limitazione funzionale richiedono un trattamento chirurgico di osteotomia e/o artrodesi.
- Nelle fratture patologiche la priorità è riconoscere e diagnosticare la patologia alla base della frattura. Contemporaneamente all’artrodesi si dovrà trattare tale malattia. Se quindi si tratta di un tumore primitivo occorrerà una resezione della vertebra con criteri oncologici o una specifica combinazione con chemio e/o radioterapia, se si tratta di una metastasi, la decompressione e artrodesi dovrà essere seguita da radioterapia ed eventualmente da chemioterapia in rapporto alla diagnosi. Se malattia metabolica a impegno singolo si dovrà fare riferimento al rispettivo protocollo di cura
- Nelle fratture da insufficienza, oltre al trattamento medico dell’osteoporosi, potrà essere utile una Vertebroplastica per conferire immediatamente stabilità ed eliminare il dolore. L’artrodesi in questi casi è meno indicata per via della minore tenuta delle viti in un osso porotico e fragile.
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